venerdì 6 marzo 2020

Opicina 1963. La spider.

Piccola foto fatta sul cancello di casa nostra a Opicina nel 1963 circa.
Una Via degli Alpini ancora molto rurale.
Di fronte si vede parcheggiata la Lancia Fulvia di mio padre che in questa foto è al volante della piccola spider di mia madre di cui questa è l'unica foto che ho.
Era una Fiat 750 carrozzata Vignale, grigio scuro con il tettuccio nero di tela, gli interni rossi e il cruscotto di legno chiaro.
Aveva anche un tettuccio rigido da montare d'inverno.
Era a due posti più due microspazi dietro in cui noi bambini riuscivamo a stare.
Mi ricordo che allora le auto non avevano l'orologio sul cruscotto e mio padre aveva fatto montare in questa su un piccolo supporto un comune orologio da tasca.
Probabilmente è da questa automobilina, detta in famiglia "el sventolìn", che nasce la mia predilezione per le macchine scoperte.


giovedì 5 marzo 2020

Timbro postale Mostra Rivoluzione Fascista 1933

Comune cartolina postale del 1933 con il timbro che pubblicizza le riduzioni ferroviarie del 70% per chi si recava a Roma a visitare la Mostra Della Rivoluzione Fascista.
La mostra fu un grande evento.
Ne avevo trovato un catalogo, ma l'ho venduto prima di aprire questo blog.
I timbri postali erano all'epoca un frequente mezzo di propaganda per servizi o eventi di pubblico interesse.

martedì 25 febbraio 2020

Carnevale 1942

Una delle foto fatte nel Carnevale del 1942 in cui mio padre e i suoi amici si vestirono da diplomatici e consorti, costume piuttosto in sintonia con il trovarsi in piena guerra.
Mio padre (il primo a sinistra con il cilindro) che di là a pochi mesi avrebbe compiuto diciotto anni, scrisse sul retro della foto, formato cartolina, i nomi dei partecipanti alla festa, indirizzando il tutto "al distratto Lino del futuro" e lasciando ignoti indirizzo e città.
Poi, in realtà, rimase tutta la vita a Trieste e allo stesso indirizzo a conservare e accumulare tutta la roba che c'è in questo blog.
Se qualcuno vi riconoscesse genitori o nonni, i nomi (se leggo bene) sono: Giorgina Cossini, Claudia Volli, Loredana Grisovelli, Laura Zeller, Dolly Sulfina (padrona della bellissima casa), Lino Carpinteri, Gino Benussi, Sergio Grisovelli, Umberto Urbanio, Bruno Grego, Alberto Pozzy.



venerdì 14 febbraio 2020

Abiti 1934 circa

Foto di mio padre ragazzino con mia nonna e il solito tizio (forse l'insegnante privato di tedesco?) che non so chi sia.
Dovremmo essere nei primi anni Trenta (mio padre era del 1924).
La foto pare scattata apposta per documentare la moda borghese e contadina dell'epoca e per una volta si tratta di abiti soprattutto maschili.

mercoledì 5 febbraio 2020

Bimbi a Carnevale 1962

Festa di Carnevale a casa mia nel 1962.
Ero in prima elementare e ci sono i nostri amichetti, figli di amici dei miei genitori e compagne di scuola.
I bimbi sono: Roberta e Guido Carpinteri, Flippo e Michele Faraguna, Nicoletta e Nico Costa, Bruno Forti con la sorella di cui non ricordo il nome, Piero Amodeo, Laura Casamassima, Marina Avezzù, Grazia Pronoi e Manuela Plossi. La prima bimba in alto a sinistra non so chi sia.
Fu il primo esperimento di festa in maschera a casa nostra e sulla porta c'era la cameriera a sequestrare i coriandoli per far passare solo le serpentine.


Cappotti col pelo 1931

Piccola foto sul retro della quale c'è la scritta "Abbazia 18/1/1931".
Il bambino sulla panchina è mio padre a sei anni e mezzo e la signora a destra è la sua prozia Emma.
Gli altri due non so chi siano, anche se il tizio al centro ricompare in diverse foto.
Si direbbe che in quel periodo si usassero i cappotti con l'interno di pelliccia.
Peccato che non si vedano le scarpe.

martedì 4 febbraio 2020

Zie, cappelli e Corrierino. 1930 circa.

Foto di mio padre bambino con mia nonna (mai bella nemmeno da giovane) e le due famose zie di mia nonna, Emma e Giulia, l'una vedova dal 1932 di un avvocato e l'altra nubile (professoressa) che vivevano con loro assieme a un terzo zio, Ernesto, neanche lui sposato che "vendeva lampadine" (era in realtà rappresentante della Philips).
Furono loro a comprare la casa in cui ancora adesso viviamo.
Dev'essere circa il 1930 perché mio padre era del 1924 e qui è un bambino.
Da notare i cappelli, gli abiti in generale e il Corriere dei Piccoli in mano a mio padre.
Gli zii e i nonni Pincherle, ebrei ma generosi, crebbero mia nonna rimasta orfana di madre da bambina e in seguito accolsero come un figlio mio nonno Carpinteri, ariano e siciliano, quando sposò mia nonna, dando loro una casa e aiuto economico.
Sono stati a tutti gli effetti i soli nonni che mio padre abbia avuto.
Emma, Giulia ed Ernesto Pincherle morirono nell'agosto del 1944, ufficialmente ad Aushwitz nel giorno stesso dell'arrivo, ma probabilmente già durante il viaggio perché erano tutti sulla settantina.

lunedì 3 febbraio 2020

Sede de "Il Piccolo", 26 ottobre1954

Il 26 ottobre 1954 Trieste torna Italiana e "Il Piccolo esce di nuovo con la propria testata.
Tra i molti festeggiamenti anche quello di giornalisti e tipografi del giornale nella sede di via Silvio Pellico.
In questa foto (scattata direi in tipografia) riconosco solo mio padre, Lino Carpinteri, trentenne (a destra nel gruppo centrale con gli occhiali e il giornale in mano) e il direttore Chino Alessi (a sinistra con l'abito chiaro).

lunedì 27 gennaio 2020

Altre bimbe in prima elementare (1937)

La classe di prima elementare di mia madre, che è la terza da destra nella fila centrale.
L' anno scolastico dovrebbe essere il 1937/38.
Adesso che ci penso, non so in che scuola mia madre abbia fatto le elementari.
Visto che i bambini sono bambini, solo le pettinature fanno intuire che la foto è di oltre ottant'anni fa.

venerdì 24 gennaio 2020

Bimbe in prima elementare (1962)

Foto della mia classe di prima elementare, giugno 1962.
Scuola Ferruccio Dardi (da tutti detta "di via Giotto").
Avevamo un grembiule bianco con il fiocco bianco a pallini blu (comprato rigorosamente da "Culot", il cui nome ci faceva ovviamente ridere).
Ogni classe si distingueva dai colori del fiocco.
La maestra si chiamava Alberta Penso, era piccola, grassa e simpatica.
E anche brava... più o meno ho campato tutta la vita sulle basi di quanto imparato alle elementari
Io sono l'unica bambina senza le calze bianche, che mia madre detestava.
Ho sempre avuto calzini, calzettoni e collant di lana (che al tempo si chiamavano "calzebraghe") colorati.
Da allora mi è rimasta l'idea che le calze debbano essere colorate e non ho mai portato neanche da grande le calze velate che mi sembrano orrende.
Mi ricordo i nomi di tutte le bambine della foto... anche se ho perso completamente i contatti con loro, a parte un paio che incontro per strada.
Tra i ricordi di famiglia: mia nonna materna era stata a scuola con le sorelle di Ferruccio Dardi che era anzi più piccolo di loro e veniva ricordato da lei come "Ferruccio bambìn"... a me questo faceva sembrare mia nonna vecchissima, anche se allora aveva meno anni di quanti io ne abbia adesso.


giovedì 23 gennaio 2020

Lega Italiana per la Tutela degli Interessi Nazionali (1921 circa)

Cartolina, trovata tra le pagine di un vecchio libro, per l'iscrizione alla Lega Italiana per la Tutela degli Interessi Nazionali.
Da quel poco che ho trovato, la Lega, fondata nel 1920 da due patrioti già irredentisti: il veneziano Giovanni Giuriati e il triestino Oscar Sinigaglia, aveva come scopo la tutela degli italiani all'Estero e di creare, attraverso gli italiani all'Estero più influenti, una rete di contatti per l'espansione soprattutto economica, ma anche culturale e politica italiana fuori dai confini nazionali con particolare attenzione ai Paesi dell'Est Europa.



domenica 19 gennaio 2020

Giovanotti nel 1954

Tre giovanotti triestini non ancora trentenni nei primi mesi del 1954.
Avranno vite e destini diversi.
A sinistra, Gianni Tamaro (1924/1998), il papà di Susanna e dei suoi due fratelli, che pochi anni dopo si trasferirà lontano, avrà una vita spesso complicata e perderà quasi del tutto i contatti con gli amici.
Al centro, Gianpaolo de Ferra (1929/2015) che invece rimarrà a Trieste e sarà uno degli avvocati più noti, professore e rettore all'Università e membro importante della società culturale cittadina per moltissimi anni.
A destra, Lino Carpinteri (1924/2013), mio papà: anche lui rimarrà a Trieste e sarà giornalista, autore di testi radiofonici e teatrali e scrittore.
Questa, con altre dello stesso rullino, rappresenta la prima apparizione di foto a colori sull'album di famiglia.

sabato 18 gennaio 2020

Cappellini 1953

Due foto del 1953 di mia madre con alcune amiche e i cappellini che al tempo erano di moda.
Nella prima foto, mia madre Novella è a destra e a sinistra c'è Viviana Costa. Al centro, una signora di cui non so il nome.
Nella seconda foto, mia madre è tra mio padre e Marga Vidusso. Dietro passano Roberto "Beto" Costa e Giorgio Vidusso.
Nel 1953, le signore ritratte avevano tra i 22 e i 25 anni circa e i signori erano sotto i trent'anni.


venerdì 17 gennaio 2020

Trattorie del Carso 1960

Opuscolo di una quarantina di pagine: "Trattorie del Carso", 1960.
Testo e disegni di Romano De Mejo, a cura dell'Ente Provinciale per il Turismo di Trieste, Lire 300.
Una panoramica delle trattorie del Carso nel 1960.
Oggi sono quasi tutte scomparse o hanno cambiato destinazione.
Pochi giorni fa ha chiuso anche il "Diana" di Opicina, meta per decenni delle famiglie triestine e per molti anni "succursale" di casa mia, visto che mia mamma non amava cucinare.
Non potendo pubblicare tutto l'opuscolo, propongo le pagine riguardanti Opicina e immediate vicinanze.
L'autore, Romano De Mejo, era giornalista e amico di mio padre.
Per tutti noi ragazzini cresciuti negli anni Sessanta era soprattutto il proprietario di "Natura Viva" in Viale XX Settembre e principale fornitore di animaletti di casa.















mercoledì 25 settembre 2019

Almanacco di Gotha 1907

Edizione del 1907 dell' Almanacco di Gotha (Hof-Kalender).
L' Almanacco di Gotha è stato stampato ogni anno dal 1763 al 1944 nella città di Gotha in Turingia e contiene l'elenco genealogico di tutte le famiglie regnanti e dell'aristocrazia europea con dettagliate notizie sui rispettivi Paesi.
Le edizioni dell'Almanacco variano nei contenuti a seconda degli anni.
Io non so una parola di tedesco e faccio una fatica notevole anche con i caratteri gotici.
Sono riuscita a trovare il Regno d'Italia e l' Austria-Ungheria di cui Trieste al tempo faceva parte e risulta essere la quinta città come numero di abitanti.
Ci sono solo 4 illustrazioni (stampe inserite): i ritratti del re e della regina di Norvegia e Danimarca.
Libro piccolo: circa 15cm x 12cm, ma di oltre mille pagine scritte in caratteri microscopici.












martedì 24 settembre 2019

"Vita segreta di Gabriele D'Annunzio" Tom Antongini, 1938

"Vita segreta di Gabriele D'Annunzio" di Tom Antongini, Mondadori 1938 (terza edizione).
Tom Antongini (1877-1967, scrittore, giornalista e Legionario Fiumano), fu segretario di Gabriele D'Annunzio per oltre trent'anni fino alla morte del poeta, restandogli sempre accanto.
Scrisse questa biografia molto dettagliata (circa 800 pagine), mai pesante e scritta benissimo, nel corso degli anni con l'approvazione di D'Annunzio che sapeva dell'opera di Antongini senza peraltro interferire mai.
Antongini da parte sua non consentì mai all'amicizia che c'era tra di loro di cadere nella piaggeria, rimanendo sempre distaccatamente ironico nel tratteggiare sia i gesti eroici sia le piccole manie e le debolezze di un personaggio che al tempo era un mito, riportandolo nella sua dimensione umana e su cui in seguito scrisse altri due libri.
La "Vita Segreta" uscì immediatamente dopo la morte di D'Annunzio nel 1938, ma in seguito è stato ristampato solo nel 2013 dopo oltre settant'anni di dimenticanza.
Questa copia è in casa appunto dal 1938 e non è in buono stato perché l'abbiamo letta in molti.
Io la sto rileggendo dopo quarant'anni.
Consiglio il libro a tutti quelli che sono interessati alla vita reale di D'Annunzio, nell'immediatezza di chi lo conobbe meglio di chiunque altro,  senza i pettegolezzi e le esagerazioni nel bene e nel male che in tanti anni le sono stati aggiunti per molti motivi.






lunedì 23 settembre 2019

Tito e/o Stalin. (1948)

Striscia composta da tre vignette di Renzo Kollmann per "La Cittadella" (disegno originale, ma non firmato).
Dev'essere del 1948 circa perché descrive l'alternanza della Jugoslavia di Tito tra la fedeltà al Partito Comunista Russo e una propria via al Comunismo.