Scritto nel 1951 da Federico Pagnacco tratta i rapporti della minoranza slava con Trieste più o meno dall'inizio del secolo e dell'italianità della città.
Il libro non fa nemmeno finta di non essere di parte: edito da una casa specializzata in libri di pubblicità e propaganda è scritto appunto da Pagnacco che era (stato) fascista molto attivo e fondatore del giornale "La Porta Orientale" sotto il Fascismo quando aveva collaborato giornalisticamente anche con Farinacci.
Quindi si può immaginare come la pensasse sugli slavi e sull'indiscutibilità dell' italianità di Trieste.
Ciononpertanto avanza critiche al Fascismo e riconosce che una maggior generosità e apertura verso gli slavi avrebbe impedito che i rapporti tra italiani e slavi (che all'inizio del Fascismo erano abbastanza tranquilli) si indurissero ed esacerbassero.
Ferma restando la posizione di parte dell'autore con sentimenti che non nasconde, i fatti che racconta sono reali (si rivolgeva a persone che li avevano appena vissuti e quindi li conoscevano bene) e non mente di sicuro sui numeri, come quelli delle elezioni del 1949.
Tra pubblicare pagine sparse di tutto il libro o solo qualche capitolo interamente o quasi, ho scelto la seconda possibilità, pur eliminando così tutta la prima parte e lasciando più spazio ai fatti più recenti.
(Se qualche immagine apparisse sfocata, cliccandoci sopra si dovrebbe vedere meglio).