Mussolini scrisse "Parlo con Bruno" nel 1941 per ricordare il figlio aviatore, morto nella caduta del proprio aereo, avvenuta a soli ventitré anni durante un volo di collaudo vicino a Pisa.
Bruno Mussolini, nonostante l'età giovanissima, era già alla terza guerra della propria vita, dopo quella d'Africa e quella di Spagna ed era uno dei piloti dei "Sorci Verdi".
Il libro, scritto come una lunga lettera in cui il Duce si rivolge al figlio, racconta la breve vita di Bruno Mussolini ed è dedicato alla figlioletta di lui (che aveva appena un anno) per aiutarla a conoscere il padre.
Pur nella prosa retorica dell'epoca (e di Mussolini in particolare), si legge l'autentico dolore di un padre che scrisse "Parlo con Bruno" di getto, immediatamente dopo la tragedia.
Nel libro ci sono parecchie foto e, alla fine, alcune brutte, ma commoventi poesie dedicate a Bruno Mussolini da letterati e gente comune.
Circa 170 pagine, stampato negli Stabilimenti Tipografici de "Il Popolo d'Italia", 1941.