martedì 28 febbraio 2017

Festa di Carnevale (primi Anni Cinquanta)

Visto che oggi è Martedì Grasso, propongo questa foto di una festa di Carnevale dei primi Anni Cinquanta. Potrebbe essere il 1952.
Gruppo di giovani borghesi triestini (meno uno che era Conte) tra i quali riconosco solo: Lino Carpinteri, Giorgio Padoa (?), Piero Grego (?), Giorgio Vidusso, Giampaolo de Ferra, Tullio Kezic, Roberto Costa, Ugo Amodeo e Dino Tamburini.

lunedì 27 febbraio 2017

La strada per Duttogliano, 1943

Piccola foto di mio padre in "braghe pompade " sulla strada che va a Duttogliano con un po' di neve.
La foto porta sul retro l'anno (1943) e la scrtta "Strada per Duttogliano" in tedesco, inglese, francese e sloveno, probabilmente con qualche intento scherzoso.
La strada è quella che va dall'ex confine secondario di Monrupino al paese ora sloveno di Duttogliano
Io non ci passo da molto, ma la percorrevo spessissimo ai tempi della ex Jugoslavia per andare a fare benzina e il primo benzinaio era appunto a Duttogliano che si trova a qualche chilometro.
Ho ancora ben presenti lo stato pessimo dell'asfalto e i grossi paracarri messi larghissimi e spesso sopra un dislivello di parecchi metri ai lati della stretta strada.
Come sia oggi non so, ma immagino meglio di allora.

domenica 26 febbraio 2017

Donnine nude! (Più o meno) (19)

Altra donnina coperta, ma maliziosa.
Sta preparandosi ad andare a letto e, come al solito, le lunghe calze nere e le scarpe con il tacco saranno le ultime ad essere tolte.
Anni Venti circa.
Cartolina italiana non viaggiata.
Gatto che guarda nei punti giusti.
Tappeto di leopardo e stufa di maiolica.

sabato 25 febbraio 2017

Ragazza con fiocchi 1915 circa

Foto di ragazza con fiocchi tra i capelli e boccoli vari.
Si tratta di un'amica d'infanzia di mia nonna che ho sempre sentito citare come "la Babù" e non so quale fosse il suo vero nome.
Dal retro della foto apprendo che il cognome era Ieralla e probabilmente era la sorella di Vittorio Ieralla, attivissimo Presidente per decenni dell' Ente Nazionale Sordomuti e fondatore di "Casa Ieralla", oggi casa di riposo per anziani, ma originariamente dedicata all'ospitalità di sordomuti di passaggio a Trieste o in difficoltà.
Ho datato 1915 la foto perché se era coetanea di mia nonna era nata nel 1901 e qui potrebbe avere circa quattordici anni.

venerdì 24 febbraio 2017

Reggilibri cinesi in legno fossile (?)

Coppia di pesantissimi reggilibri cinesi con cani e altri animali che la leggenda di famiglia narra non essere di marmo, ma di legno fossile.
Effettivamente certe venature depongono a favore di tale ipotesi.
Per quel che ne so io di cose cinesi, potrebbero avere cent'anni o mille.
Certo è che sono molto consumati.
Di sicuro sono fatti a mano perché dovrebbero essere una coppia, ma in realtà le differenze tra l'uno e l'altro sono abbastanza rilevanti.
A meno che la cosa non fosse voluta per rispettare chissà quali simbologie cinesi.
Un tempo dovevano essere ricoperti da una lacca marroncina che dava risalto agli intarsi, ma è stata lavata via in epoca non definibile.




giovedì 23 febbraio 2017

"La Voce del Padrone" (Istruzioni per l'uso) 1930?

I vecchi dischi a 78 giri sono stati a pacchi nelle case di tutti.
Io ne devo avere ancora parecchi, dei nonni, in fondo a un armadio.
Però all'epoca c'era l'uso (mai del tutto tramontato anche in tempi molto successivi) di buttare le copertine dei dischi e riporli in ordinati album.
Ho trovato, anche se non in buono stato, alcuni dischi con ancora la copertina di carta su cui ci sono scritte, molto dettagliatamente, le "Norme per ottenere i migliori risultati dai Prodotti di Marca La Voce del Padrone".
Le norme si riferiscono all'uso dei grammofoni e alla manutenzione dei dischi.
I dischi sono brani d'Opera cantati da Enrico Caruso, Titta Ruffo, Nelly Melba e Teodoro Schaljapin.
Non ci sono date.
L'unica vaga collocazione temporale può essere data dal fatto che su una delle copertine è incollata una biografia di Caruso che ne parla al passato e Caruso morì nel 1921.
Ovviamente tra le carabattole di casa non poteva mancare un grammofono a tromba "La Voce del Padrone".
Se volete vederlo, lo trovate QUI








mercoledì 22 febbraio 2017

Giacomo Ctoros (mio nonno e bisnonno), cartello

Questo è nuovissimo, ma anche molto vecchio.
Diciamo che ha fatto un giro di cent'anni o più per tornare in famiglia.
Giacomo Ctoros era il mio bisnonno (e anche mio nonno materno aveva lo stesso nome) ed era un commerciante di legname.
Suo padre, Demetrio, era venuto a Trieste dalla città greca di Larnaca e aveva cambiato, inventandoselo, il cognome in Ctoros da Christodoulos (o simile) per abbreviare.
Ciò ha fatto sì che il cognome nascesse e sparisse in nemmeno centocinquant'anni, visto che mio nonno, il terzo a portarlo, era l'unico figlio maschio ed ebbe solo una figlia femmina (mia madre).
Cercando il cognome in rete, mi sono imbattuta in questo cartello in vendita proprio a Trieste e quindi ieri l'ho comprato.
Trovato in una cantina in via Udine (nelle pessime condizioni che vedete) potrebbe essere arrivato là attraverso una sorella sposata di mio nonno che abitava (con la loro madre, finchè visse) in quella strada.
Oppure in mille altri modi.
Non so di che anno sia: la ditta esistette da circa metà Ottocento fino a poco dopo il 1930 e mio nonno ci lavorò quando era molto giovane (era nato nel 1902).
Potrebbe esser stato un'insegna o un cartello sulla porta di un ufficio o chissà che altro.
O semplicemente forse stava proprio sulla porta di una cantina.
Mi hanno detto che potrebbe essere ferroviario, ma ipotizzo che un cartello su un vagone avrebbe avuto almeno la scritta "Trieste" da qualche parte.
Purtroppo non so dove fosse situato il magazzino di legname del bisnonno.
Penso dalle parti di via Giulia perchè la famiglia abitava in via Marconi (all'epoca via Molin Grande) e non credo che il luogo di lavoro fosse molto lontano da casa.
Gira in rete una vecchia foto di via San Francesco fotografata dalla "Torre dei Balini" in cui si vede proprio un vasto cortile pieno di legname, ma sarebbe troppo semplice che fosse la ditta giusta (anche se in effetti era a pochi metri dalla casa di via Marconi).
Ho trovato delle foto fatte al bisnonno Ctoros al lavoro ( le trovate qui ) ma sono state scattate in un cortile interno e non si capisce dove potesse essere.
Insomma... casa mia non è certo un luogo dove sia furbo far entare altra roba, ma questo cartello non me la sentivo proprio di non recuperarlo.


martedì 21 febbraio 2017

Febbraio 1926

Doveva essere un febbraio mite quello del 1926 quando è stata scattata questa piccola foto.
Gruppo di signore in cappotti (e cappellini) borghesi dell'epoca.
Tra di loro riconosco solo una zia di mia nonna.
Il bimbo è mio padre che avrebbe compiuto due anni nel maggio successivo.


lunedì 20 febbraio 2017

Coppia di vasi giapponesi.

Una delle poche cose (poche, almeno, rispetto a quante ne ho dell'altro ramo della famiglia) che mi sono arrivate dai nonni materni.
Coppia di vasi giapponesi di porcellana decorata che son stati ai lati sulla credenza nella loro stanza da pranzo da sempre.
Io, ovviamente, non so niente di vasi.
Una ricerca che ho fatto dice che il marchio composto da un cerchio con dentro una croce dovrebbe contraddistinguere i "vasi Satsuma" che esistono da centinaia di anni.
In rete ce ne sono moltissimi, ma non assomigliano tanto a questi... sono tutti meno bitorzoluti.
Non so datare i vasi.
So solo che dovrebbero essere stati acquistati attorno al 1900 o poco dopo.





domenica 19 febbraio 2017

Nino Perizi: "Toro" 1956

Disegno a inchiostro che rappresenta un toro trafitto dalle banderillas firmato da Nino Perizi.
Il pittore e scultore triestino (1917-1994) negli anni Cinquanta, quando ancora era nel periodo figurativo, fece dei viaggi in Spagna di cui restano numerosi quadri e disegni che raffigurano soggetti di ispirazione iberica.
Sul disegno io leggo "Madrid '56".
Perizi conosceva i miei genitori per cui abbiamo alcune sue opere in casa, soprattutto dei suoi ultimi anni.
Questo toro invece era dei miei nonni materni e rispetta i limiti di tempo del blog.

sabato 18 febbraio 2017

Tazze e bicchiere per bimbi anni 50

Questi invece erano miei e risalgono alla fine degli Anni Cinquanta.
Tazza con manichetti e bicchierino per bimbi con l'immagine di Topolino e scodella con Paperino.
Sotto c'è il marchio "Mel Sampa ", una ditta che produce plastica ancor oggi.
Erano i primi esperimenti di oggetti casalinghi in plastica e infatti sembrano di un materiale che è una via di mezzo tra la plastica odierna e la bachelite.
Robustissimi e con il disegno indelebile.
C'era, mi ricordo, anche un piatto, ma quello è andato perso.
Mia madre li comprò come "novità" perchè le sembravano più sicuri rispetto agli altri materiali tradizionali per una bambina molto piccola... e, visto che sono ancora interi e senza la minima scheggiatura dopo quasi sessant'anni, aveva ragione.






  

venerdì 17 febbraio 2017

Bimba con cappello e collana 1903

Foto di mia nonna paterna alla presumibile età di due anni.
Quindi dovrebbe essere del 1903.
Curiosa l'usanza, che ho visto anche in altre foto dell'epoca o precedenti, di ornare le bimbe con delle collane (questa si direbbe di coralli) che all'occhio moderno sembrano fuori luogo o perfino pericolose.

giovedì 16 febbraio 2017

Boccale per birra, Monaco 1910

Un boccale tedesco per birra in rappresentanza dei molti che tutti noi abbiamo (o abbiamo avuto) in casa.
Senza essere collezionisti e senza nemmeno accorgersene, si finisce per averne sempre almeno una decina sparsi qua e là.
Ho scelto questo perchè ha qualche curiosità.
E' un boccale fatto per un battaglione dell'Aviazione Tedesca di stanza a Monaco nel 1910 e porta scritti i nomi di tutti gli ufficiali e, cosa meno marziale, la porcellana sul fondo è lavorata in modo da mostrare in trasparenza una donnina nuda, come premio a chi si scolava il boccale fino in fondo.
Si vede, infatti, solo alzando il boccale verso la luce.
Il coperchio, con un'aquila, è di peltro.









mercoledì 15 febbraio 2017

Novità 1955

Foto di mio padre, Lino Carpinteri, che posa in salotto con le novità del 1955 per la famiglia.
Il libro di Carpinteri & Faraguna appena uscito (che ha come titolo la targa automobilistica "Trieste 1955") e una bambina con gli occhi tondi.

martedì 14 febbraio 2017

Binocolo Zeiss Prima Guerra Mondiale

Il binocolo da Ufficiale della Prima Guerra Mondiale di mio nonno paterno.
Ha i marchi "Carl Zeiss Jena" ed "E.I." con la corona e una scritta con il numero di matricola e l'indicazione che ha 8x di ingrandimento.
E' nello stato in cui è normale che sia un binocolo che ha girato per casa per cent'anni ed è anche stato usato parecchio.
Il nero che copre l'ottone si è consumato in vari punti, ma la pelle che lo ricopre è intatta.
Sono stati sostituiti i due pezzi che si appoggiano sugli occhi perché uno si era rotto.
In origine erano di metallo, mi pare di ricordare.
Ma la parte ottica non ha danni ed è ancora un buon cannocchiale.




lunedì 13 febbraio 2017

Collana con ciondolo Liberty

Collana d'argento con ciondolo in argento, piccole perle e minuscoli brillantini, stile (e suppongo epoca) Liberty.
Non è di famiglia, ma è stato comprato più recentemente come gioiello antico.
Il ciondolo ha su una faccia una donna con un fiore che manda un bacio (o si preoccupa o sbadiglia) e sull'altra una rondine che vola sul mare.
Ma a me piace la catena con i fiorellini.



domenica 12 febbraio 2017

Tagliacarte pubblicitario Bosch (anni Venti?)

Tagliacarte pubblicitario omaggio della Bosch, reduce di molte battaglie.
Penso che sia di prima del 1932 perché lo zio di mia nonna, avvocato che aveva la Bosch tra i clienti, è morto in quell'anno.



sabato 11 febbraio 2017

Guido e Ado Frigessi (1947 circa)

Mio padre (a sinistra) fotografato su delle Rive nebbiose assieme ai fratelli Guido (al centro) e Ado Frigessi, suoi amici d'infanzia e figli del Direttore Generale (e comproprietario) della RAS.
C'era anche una sorella, Delia, che appare in altre foto e che era una bellissima ragazza.
Sulla famiglia Frigessi di Rattalma, sulla RAS e sui loro rapporti con la storia economica di Trieste si trova molto in rete, compresa una pagina di Wikipedia straordinariamente curata e dettagliata.
Quindi è inutile che io ne faccia una versione di sicuro meno efficace.
Dirò invece che la foto dev'essere del 1947 circa perchè la famiglia Frigessi, vittima delle persecuzioni razziali, andò via da Trieste nel 1943 per tornarvi nel 1946.
Guido Frigessi, suo coetaneo, era il migliore amico di mio padre che lo ricordava sempre con affetto, anche se il trasferimento di entrambi i fratelli in altre città rese poi, con gli anni, i rapporti sempre più sporadici.
Quando mio padre avrà un figlio maschio lo chiamerà Guido come Frigessi.