La classe di prima elementare di mia madre, che è la terza da destra nella fila centrale.
L' anno scolastico dovrebbe essere il 1937/38.
Adesso che ci penso, non so in che scuola mia madre abbia fatto le elementari.
Visto che i bambini sono bambini, solo le pettinature fanno intuire che la foto è di oltre ottant'anni fa.
lunedì 27 gennaio 2020
Altre bimbe in prima elementare (1937)
venerdì 24 gennaio 2020
Bimbe in prima elementare (1962)
Foto della mia classe di prima elementare, giugno 1962.
Scuola Ferruccio Dardi (da tutti detta "di via Giotto").
Avevamo un grembiule bianco con il fiocco bianco a pallini blu (comprato rigorosamente da "Culot", il cui nome ci faceva ovviamente ridere).
Ogni classe si distingueva dai colori del fiocco.
La maestra si chiamava Alberta Penso, era piccola, grassa e simpatica.
E anche brava... più o meno ho campato tutta la vita sulle basi di quanto imparato alle elementari
Io sono l'unica bambina senza le calze bianche, che mia madre detestava.
Ho sempre avuto calzini, calzettoni e collant di lana (che al tempo si chiamavano "calzebraghe") colorati.
Da allora mi è rimasta l'idea che le calze debbano essere colorate e non ho mai portato neanche da grande le calze velate che mi sembrano orrende.
Mi ricordo i nomi di tutte le bambine della foto... anche se ho perso completamente i contatti con loro, a parte un paio che incontro per strada.
Tra i ricordi di famiglia: mia nonna materna era stata a scuola con le sorelle di Ferruccio Dardi che era anzi più piccolo di loro e veniva ricordato da lei come "Ferruccio bambìn"... a me questo faceva sembrare mia nonna vecchissima, anche se allora aveva meno anni di quanti io ne abbia adesso.
Scuola Ferruccio Dardi (da tutti detta "di via Giotto").
Avevamo un grembiule bianco con il fiocco bianco a pallini blu (comprato rigorosamente da "Culot", il cui nome ci faceva ovviamente ridere).
Ogni classe si distingueva dai colori del fiocco.
La maestra si chiamava Alberta Penso, era piccola, grassa e simpatica.
E anche brava... più o meno ho campato tutta la vita sulle basi di quanto imparato alle elementari
Io sono l'unica bambina senza le calze bianche, che mia madre detestava.
Ho sempre avuto calzini, calzettoni e collant di lana (che al tempo si chiamavano "calzebraghe") colorati.
Da allora mi è rimasta l'idea che le calze debbano essere colorate e non ho mai portato neanche da grande le calze velate che mi sembrano orrende.
Mi ricordo i nomi di tutte le bambine della foto... anche se ho perso completamente i contatti con loro, a parte un paio che incontro per strada.
Tra i ricordi di famiglia: mia nonna materna era stata a scuola con le sorelle di Ferruccio Dardi che era anzi più piccolo di loro e veniva ricordato da lei come "Ferruccio bambìn"... a me questo faceva sembrare mia nonna vecchissima, anche se allora aveva meno anni di quanti io ne abbia adesso.
giovedì 23 gennaio 2020
Lega Italiana per la Tutela degli Interessi Nazionali (1921 circa)
Cartolina, trovata tra le pagine di un vecchio libro, per l'iscrizione alla Lega Italiana per la Tutela degli Interessi Nazionali.
Da quel poco che ho trovato, la Lega, fondata nel 1920 da due patrioti già irredentisti: il veneziano Giovanni Giuriati e il triestino Oscar Sinigaglia, aveva come scopo la tutela degli italiani all'Estero e di creare, attraverso gli italiani all'Estero più influenti, una rete di contatti per l'espansione soprattutto economica, ma anche culturale e politica italiana fuori dai confini nazionali con particolare attenzione ai Paesi dell'Est Europa.
Da quel poco che ho trovato, la Lega, fondata nel 1920 da due patrioti già irredentisti: il veneziano Giovanni Giuriati e il triestino Oscar Sinigaglia, aveva come scopo la tutela degli italiani all'Estero e di creare, attraverso gli italiani all'Estero più influenti, una rete di contatti per l'espansione soprattutto economica, ma anche culturale e politica italiana fuori dai confini nazionali con particolare attenzione ai Paesi dell'Est Europa.
domenica 19 gennaio 2020
Giovanotti nel 1954
Tre giovanotti triestini non ancora trentenni nei primi mesi del 1954.
Avranno vite e destini diversi.
A sinistra, Gianni Tamaro (1924/1998), il papà di Susanna e dei suoi due fratelli, che pochi anni dopo si trasferirà lontano, avrà una vita spesso complicata e perderà quasi del tutto i contatti con gli amici.
Al centro, Gianpaolo de Ferra (1929/2015) che invece rimarrà a Trieste e sarà uno degli avvocati più noti, professore e rettore all'Università e membro importante della società culturale cittadina per moltissimi anni.
A destra, Lino Carpinteri (1924/2013), mio papà: anche lui rimarrà a Trieste e sarà giornalista, autore di testi radiofonici e teatrali e scrittore.
Questa, con altre dello stesso rullino, rappresenta la prima apparizione di foto a colori sull'album di famiglia.
Avranno vite e destini diversi.
A sinistra, Gianni Tamaro (1924/1998), il papà di Susanna e dei suoi due fratelli, che pochi anni dopo si trasferirà lontano, avrà una vita spesso complicata e perderà quasi del tutto i contatti con gli amici.
Al centro, Gianpaolo de Ferra (1929/2015) che invece rimarrà a Trieste e sarà uno degli avvocati più noti, professore e rettore all'Università e membro importante della società culturale cittadina per moltissimi anni.
A destra, Lino Carpinteri (1924/2013), mio papà: anche lui rimarrà a Trieste e sarà giornalista, autore di testi radiofonici e teatrali e scrittore.
Questa, con altre dello stesso rullino, rappresenta la prima apparizione di foto a colori sull'album di famiglia.
sabato 18 gennaio 2020
Cappellini 1953
Due foto del 1953 di mia madre con alcune amiche e i cappellini che al tempo erano di moda.
Nella prima foto, mia madre Novella è a destra e a sinistra c'è Viviana Costa. Al centro, una signora di cui non so il nome.
Nella seconda foto, mia madre è tra mio padre e Marga Vidusso. Dietro passano Roberto "Beto" Costa e Giorgio Vidusso.
Nel 1953, le signore ritratte avevano tra i 22 e i 25 anni circa e i signori erano sotto i trent'anni.
Nella prima foto, mia madre Novella è a destra e a sinistra c'è Viviana Costa. Al centro, una signora di cui non so il nome.
Nella seconda foto, mia madre è tra mio padre e Marga Vidusso. Dietro passano Roberto "Beto" Costa e Giorgio Vidusso.
Nel 1953, le signore ritratte avevano tra i 22 e i 25 anni circa e i signori erano sotto i trent'anni.
venerdì 17 gennaio 2020
Trattorie del Carso 1960
Opuscolo di una quarantina di pagine: "Trattorie del Carso", 1960.
Testo e disegni di Romano De Mejo, a cura dell'Ente Provinciale per il Turismo di Trieste, Lire 300.
Una panoramica delle trattorie del Carso nel 1960.
Oggi sono quasi tutte scomparse o hanno cambiato destinazione.
Pochi giorni fa ha chiuso anche il "Diana" di Opicina, meta per decenni delle famiglie triestine e per molti anni "succursale" di casa mia, visto che mia mamma non amava cucinare.
Non potendo pubblicare tutto l'opuscolo, propongo le pagine riguardanti Opicina e immediate vicinanze.
L'autore, Romano De Mejo, era giornalista e amico di mio padre.
Per tutti noi ragazzini cresciuti negli anni Sessanta era soprattutto il proprietario di "Natura Viva" in Viale XX Settembre e principale fornitore di animaletti di casa.
Testo e disegni di Romano De Mejo, a cura dell'Ente Provinciale per il Turismo di Trieste, Lire 300.
Una panoramica delle trattorie del Carso nel 1960.
Oggi sono quasi tutte scomparse o hanno cambiato destinazione.
Pochi giorni fa ha chiuso anche il "Diana" di Opicina, meta per decenni delle famiglie triestine e per molti anni "succursale" di casa mia, visto che mia mamma non amava cucinare.
Non potendo pubblicare tutto l'opuscolo, propongo le pagine riguardanti Opicina e immediate vicinanze.
L'autore, Romano De Mejo, era giornalista e amico di mio padre.
Per tutti noi ragazzini cresciuti negli anni Sessanta era soprattutto il proprietario di "Natura Viva" in Viale XX Settembre e principale fornitore di animaletti di casa.
Etichette:
Documenti,
Libri e Giornali
Iscriviti a:
Post (Atom)