Piccola foto di cui non so nulla.
Ritrae i miei nonni materni (a destra) con la sorella e il fratello di lei.
Impossibile stabilire un luogo o un anno precisi.
Quasi certamente il mare è quello di Trieste.
Dalla foggia dei costumi e dall'età che dimostrano, direi che siamo nella seconda metà degli Anni Venti.
venerdì 24 ottobre 2014
Al mare, fine Anni Venti
Biglietto Postale per le Forze Armate, 1943
Biglietto Postale per le Forze Armate, 1943.
Ne ho parecchi, inviati a mia madre, che aveva 12 anni, dai suoi zii.
A quanto vedo, il motto mussoliniano riportato sui biglietti cambiava di continuo.
Ho scelto questo biglietto perchè è quello in migliori condizioni, gli altri hanno parte delle scritte coperte da una fascetta "Verificato dalla censura".
Ne ho parecchi, inviati a mia madre, che aveva 12 anni, dai suoi zii.
A quanto vedo, il motto mussoliniano riportato sui biglietti cambiava di continuo.
Ho scelto questo biglietto perchè è quello in migliori condizioni, gli altri hanno parte delle scritte coperte da una fascetta "Verificato dalla censura".
The New York Times, 13 giugno 1948
"The New York Times" del 13 giugno 1948 riporta una vignetta disegnata da Renzo Kollmann e pubblicata su "La Cittadella".
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1952: la Topolino cabriolet
I miei genitori, allora fidanzati, posano nel 1952 con la Topolino cabriolet di seconda mano che, grazie a una migliorata stabilità economica di mio padre, ha sostituito la vecchia Balilla.
giovedì 21 agosto 2014
Un commerciante e il suo staff (primi del 900)
Il padre di mio nonno materno era un commerciante di legname.
L'attività fu iniziata a Trieste da suo padre, greco originario di Larnaca.
Di tale attività, di cui purtroppo non conosco l'ubicazione, è rimasta questa serie di fotografie, divertenti e divertite, fatte in quelle che sembrano essere due giornate di primavera dei primi anni del Novecento.
Rappresentano, come si vede, il mio bisnonno e tutto lo "staff" che lavorava con lui.
Le foto sono scattate tutte in un cortile interno, probabilmente per motivi di luce e quindi non si vede nulla nè dell'ingresso principale nè dell'interno del magazzino.
Però rimane un bel documento di vita reale dell'epoca (e di condizioni di lavoro non certo massacranti).
Le mie preferite sono le due foto in cui tutti prima sono vestiti "da lavoro" con i registri e le carte e poi sono pronti per andare a casa, con il cappello e gli abiti "borghesi".
Il bisnonno è il signore con barba e baffi che nella seconda e terza foto appare da solo.
L'attività fu iniziata a Trieste da suo padre, greco originario di Larnaca.
Di tale attività, di cui purtroppo non conosco l'ubicazione, è rimasta questa serie di fotografie, divertenti e divertite, fatte in quelle che sembrano essere due giornate di primavera dei primi anni del Novecento.
Rappresentano, come si vede, il mio bisnonno e tutto lo "staff" che lavorava con lui.
Le foto sono scattate tutte in un cortile interno, probabilmente per motivi di luce e quindi non si vede nulla nè dell'ingresso principale nè dell'interno del magazzino.
Però rimane un bel documento di vita reale dell'epoca (e di condizioni di lavoro non certo massacranti).
Le mie preferite sono le due foto in cui tutti prima sono vestiti "da lavoro" con i registri e le carte e poi sono pronti per andare a casa, con il cappello e gli abiti "borghesi".
Il bisnonno è il signore con barba e baffi che nella seconda e terza foto appare da solo.
martedì 5 agosto 2014
Montecarlo, anni 30
Avete presente Montecarlo oggi?
Beh... prima della Seconda Guerra Mondiale era così.
(Data non reperibile, timbro postale illeggibile. Però, visto che il mittente è uno zio di mia madre, suppongo che, se poteva andarsene in vacanza a Montecarlo, dovesse essere prima della Guerra).
Beh... prima della Seconda Guerra Mondiale era così.
(Data non reperibile, timbro postale illeggibile. Però, visto che il mittente è uno zio di mia madre, suppongo che, se poteva andarsene in vacanza a Montecarlo, dovesse essere prima della Guerra).
Cinquantesimo del Regno d'Italia, cartoline
Una coppia di cartoline stampate per festeggiare il cinquantesimo anniversario del Regno d'Italia.
Quindi: 1911.
Affiancate, formano la parte superiore di un'immagine che comprendeva dieci cartoline.
Sul retro, un peana ai regnanti e scarabocchi di un bimbo.
Quindi: 1911.
Affiancate, formano la parte superiore di un'immagine che comprendeva dieci cartoline.
Sul retro, un peana ai regnanti e scarabocchi di un bimbo.
Associazione Stampa Giuliana: tessera 1947
Tessera dell'Associazione Stampa Giuliana per il 1947.
Il disegno rappresenta bene i mezzi di comunicazione di massa del tempo: stampa, radio e telefono.
Sul retro: San Giusto.
Firmata dal presidente, Don Giorgio Beari.
Il disegno rappresenta bene i mezzi di comunicazione di massa del tempo: stampa, radio e telefono.
Sul retro: San Giusto.
Firmata dal presidente, Don Giorgio Beari.
Partito Repubblicano: tessera 1946 e 1947
Le tessere del Partito Repubblicano rilasciate per il 1946 e 1947.
L'iscritto è definito, all'interno "il cittadino".
L'iscrizione doveva esser stata dettata da un momentaneo entusiasmo, perchè, a quanto ne so (e ne so abbastanza) la persona a cui le tessere sono intestate non ebbe mai altre tessere di partito nè votò mai per il PRI.
Forse, visto che Trieste fu esclusa dal referendum "monarchia o repubblica" fu un modo per esprimere il proprio voto in proposito.
L'iscritto è definito, all'interno "il cittadino".
L'iscrizione doveva esser stata dettata da un momentaneo entusiasmo, perchè, a quanto ne so (e ne so abbastanza) la persona a cui le tessere sono intestate non ebbe mai altre tessere di partito nè votò mai per il PRI.
Forse, visto che Trieste fu esclusa dal referendum "monarchia o repubblica" fu un modo per esprimere il proprio voto in proposito.
mercoledì 30 luglio 2014
Il Canale, 1943
Cartolina con il timbro postale (per una volta chiarissimo) 15 luglio 1943 che raffigura, come ognun può vedere, il Canale.
La fotografia è stata scattata dal mare e non dalla Riva come invece avviene quasi sempre, quindi si vede qualcosa in più, come l'elegante ringhiera.
La fotografia è stata scattata dal mare e non dalla Riva come invece avviene quasi sempre, quindi si vede qualcosa in più, come l'elegante ringhiera.
Tessera della Lega Nazionale, 1947
Tessera della "Lega Nazionale" (Sede centrale di Trieste) per l'anno 1947.
Sul retro una citazione di Vincenzo Gioberti.
Curiosamente, all'interno, il cognome (italiano) di mio padre è stato scritto sbagliato.
Sul retro una citazione di Vincenzo Gioberti.
Curiosamente, all'interno, il cognome (italiano) di mio padre è stato scritto sbagliato.
Tessere per il cinema, 1947
Due tessere per l'ingresso gratuito nei cinema di Trieste, rilasciate ai critici cinematografici.
Ogni cinema ne rilasciava una diversa, anche se mi pare di ricordare che in anni successivi ce ne fosse una che permetteva l'ingresso a tutti i cinema e in qualsiasi giorno (ma posso sbagliare).
Sul retro c'è il timbro "S.A.E." (Società degli Autori ed Editori) di Trieste.
Posso aggiungere un aneddoto di famiglia: grazie alla tessera di ingresso gratuito, anni dopo, in una calda sera di luglio, mio padre si trovava appunto al cinema "Fenice", il più vicino a casa, mentre mia madre era al Sanatorio Triestino perchè io stavo per nascere.
Gli avevano assicurato che non sarebbe successo nulla fino alla mattina successiva e lui, prima di passare la notte in attesa, se ne andò a cena a casa e poi al cinema... dove poco dopo le dieci di sera venne recuperato in fretta e furia da mio nonno, perchè io ero nata in anticipo sulle previsioni.
Cosa per cui mio padre mi ha sempre ringraziato.
Ogni cinema ne rilasciava una diversa, anche se mi pare di ricordare che in anni successivi ce ne fosse una che permetteva l'ingresso a tutti i cinema e in qualsiasi giorno (ma posso sbagliare).
Sul retro c'è il timbro "S.A.E." (Società degli Autori ed Editori) di Trieste.
Posso aggiungere un aneddoto di famiglia: grazie alla tessera di ingresso gratuito, anni dopo, in una calda sera di luglio, mio padre si trovava appunto al cinema "Fenice", il più vicino a casa, mentre mia madre era al Sanatorio Triestino perchè io stavo per nascere.
Gli avevano assicurato che non sarebbe successo nulla fino alla mattina successiva e lui, prima di passare la notte in attesa, se ne andò a cena a casa e poi al cinema... dove poco dopo le dieci di sera venne recuperato in fretta e furia da mio nonno, perchè io ero nata in anticipo sulle previsioni.
Cosa per cui mio padre mi ha sempre ringraziato.
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In Corso negli Anni Quaranta
Foto dei miei nonni materni scattata in Corso da un fotografo da strada.
Dall'abbigliamento, la situerei negli anni Quaranta.
Pare che ci sia la neve, ma nessuno sembra particolarmente infreddolito o intabarrato.
Dall'abbigliamento, la situerei negli anni Quaranta.
Pare che ci sia la neve, ma nessuno sembra particolarmente infreddolito o intabarrato.
venerdì 11 luglio 2014
Il Lago di Garda nel 1934
Cartolina raffigurante il Lago di Garda, con timbro postale del settembre 1934.
L'indirizzo del destinatario è ancora "Via Molingrande" che poi prenderà il nome di "Via Guglielmo Marconi".
L'indirizzo del destinatario è ancora "Via Molingrande" che poi prenderà il nome di "Via Guglielmo Marconi".
Per non aver cantato "Serbidìola", 4 ottobre 1916
La mia non è una famiglia di eroi.
Il padre di mio padre ha fatto la Prima Guerra Mondiale e si è guadagnato anche qualche medaglia, ma era un uomo ed era in guerra e non è che avesse potuto scegliere se andarci o stare a casa.
Curiosamente, l'unico atto quasi eroico che si registri nella storia della mia famiglia è stato compiuto da mia nonna materna all'età di 17 anni ( e per un gioco del caso proprio il giorno del suo diciasettesimo compleanno).
Per eroismo si intende, in questo caso, il mettere se stessi a rischio in nome di un ideale.
Da quanto mi ricordo mi abbiano raccontato, il 4 ottobre 1916 alla cerimonia per l'inizio dell'anno scolastico, le studentesse dell'ultimo anno del Liceo Femminile avrebbero dovuto intonare l'Inno Austriaco, dando il "la" al coro di tutte le scuole.
Ma le ragazze tacquero ostinatamente e "Serbidìola" non venne cantato da nessuno.
Altre versioni dicono che fu cantato da alcuni, ma molto a bassa voce.
Il gruppo delle ragazze dell'ultimo anno venne arrestato, riconsegnato ai genitori in attesa di processo, processato e assolto, grazie alle testimonianze dei professori che, chi più chi meno palesemente, stavano dalla loro parte.
Oggi può sembrar nulla, ma ci volle un certo coraggio.
Il putiferio ufficiale iniziò con questa lettera che il Direttore del Liceo Femminile inviò al mio bisnonno (e ai padri di tutte le allieve) ne descrive il risultato: tutte le ragazze vennero espulse e non poterono frequentare l'anno scolastico.
Fu inoltrata richiesta (dice la lettera) di espulsione perenne, ma l'anno dopo, grazie al verdetto assolutorio, le ragazze vennero riammesse.
Infatti mia nonna finì la scuola e poi diventò maestra e insegnò finchè non si sposò.
Mi ricordo che quando ero ragazzina un giornalista (mi pare Stelio Crise) venne a intervistare mia nonna sull'episodio, ma non so dove poi ne scrisse.
Esiste un libretto sull'episodio, scritto da Diana De Rosa che riporta una lunga intervista alla più longeva delle condiscepole di mia nonna. Paola Camuffo, che però si discosta leggermente dalla versione data nella mia famiglia.
Il padre di mio padre ha fatto la Prima Guerra Mondiale e si è guadagnato anche qualche medaglia, ma era un uomo ed era in guerra e non è che avesse potuto scegliere se andarci o stare a casa.
Curiosamente, l'unico atto quasi eroico che si registri nella storia della mia famiglia è stato compiuto da mia nonna materna all'età di 17 anni ( e per un gioco del caso proprio il giorno del suo diciasettesimo compleanno).
Per eroismo si intende, in questo caso, il mettere se stessi a rischio in nome di un ideale.
Da quanto mi ricordo mi abbiano raccontato, il 4 ottobre 1916 alla cerimonia per l'inizio dell'anno scolastico, le studentesse dell'ultimo anno del Liceo Femminile avrebbero dovuto intonare l'Inno Austriaco, dando il "la" al coro di tutte le scuole.
Ma le ragazze tacquero ostinatamente e "Serbidìola" non venne cantato da nessuno.
Altre versioni dicono che fu cantato da alcuni, ma molto a bassa voce.
Il gruppo delle ragazze dell'ultimo anno venne arrestato, riconsegnato ai genitori in attesa di processo, processato e assolto, grazie alle testimonianze dei professori che, chi più chi meno palesemente, stavano dalla loro parte.
Oggi può sembrar nulla, ma ci volle un certo coraggio.
Il putiferio ufficiale iniziò con questa lettera che il Direttore del Liceo Femminile inviò al mio bisnonno (e ai padri di tutte le allieve) ne descrive il risultato: tutte le ragazze vennero espulse e non poterono frequentare l'anno scolastico.
Fu inoltrata richiesta (dice la lettera) di espulsione perenne, ma l'anno dopo, grazie al verdetto assolutorio, le ragazze vennero riammesse.
Infatti mia nonna finì la scuola e poi diventò maestra e insegnò finchè non si sposò.
Mi ricordo che quando ero ragazzina un giornalista (mi pare Stelio Crise) venne a intervistare mia nonna sull'episodio, ma non so dove poi ne scrisse.
Esiste un libretto sull'episodio, scritto da Diana De Rosa che riporta una lunga intervista alla più longeva delle condiscepole di mia nonna. Paola Camuffo, che però si discosta leggermente dalla versione data nella mia famiglia.
"Caleidoscopio" anno I, numero 1, 31 luglio 1945
Primo numero (in pessime condizioni) del giornale studentesco "Caleidoscopio" uscito a Trieste il 31 luglio del 1945.
Direttore: Ferruccio Sbisà, Redattore Capo: Luciano Cossetto.
Da "Caleidoscopio", anni dopo, per opera di un gruppo di collaboratori (ormai non più studenti) nascerà "La Cittadella" che conserverà sempre una parte intitolata "Caleidoscopio".
Direttore: Ferruccio Sbisà, Redattore Capo: Luciano Cossetto.
Da "Caleidoscopio", anni dopo, per opera di un gruppo di collaboratori (ormai non più studenti) nascerà "La Cittadella" che conserverà sempre una parte intitolata "Caleidoscopio".
giovedì 10 luglio 2014
Profughi da Pola, febbraio 1947
Agli inizi di febbraio del 1947 un giornale di Trieste, quasi certamente "La Voce Libera", inviò un collaboratore a Pola o forse qualcuno da Pola portò a Trieste queste foto.
La stessa mano che ha scritto la didascalia dietro alla foto della riesumazione della salma di Nazario Sauro, ha annotato dietro a queste fotografie rispettivamente: "Pola, 2/2/47 Masserizie sul Molo", "Pola 1/2/47 Flottiglia di Velieri che caricano masserizie" e "2/2/47 Arrivo a Trieste della Motonave Pola con masserizie e profughi".
A intuito, si può supporre che chi ha scattato le foto sia arrivato a Trieste sulla Motonave Pola anche lui.
La stessa mano che ha scritto la didascalia dietro alla foto della riesumazione della salma di Nazario Sauro, ha annotato dietro a queste fotografie rispettivamente: "Pola, 2/2/47 Masserizie sul Molo", "Pola 1/2/47 Flottiglia di Velieri che caricano masserizie" e "2/2/47 Arrivo a Trieste della Motonave Pola con masserizie e profughi".
A intuito, si può supporre che chi ha scattato le foto sia arrivato a Trieste sulla Motonave Pola anche lui.
Francesco Giuseppe a caccia
Due cartoline non viaggiate che ritraggono l'Imperatore Francesco Giuseppe anziano, in tenuta da cacciatore.
Probabilmente sono riproduzioni più recenti degli originali d'epoca.
Sul retro, il timbro di un hotel nei dintorni di Salisburgo.
Probabilmente sono riproduzioni più recenti degli originali d'epoca.
Sul retro, il timbro di un hotel nei dintorni di Salisburgo.
Società "Dante Alighieri", tessera 1943/1944
Tessera della "Società Nazionale Dante Alighieri", timbrata dal "Sotto Comitato Studentesco di Trieste", per l'anno 1943/1944.
mercoledì 2 luglio 2014
Las chicas ricas y guapas de Trieste (1951)
Lettera di un gentiluomo spagnolo inviata al Sindaco di Trieste (Gianni Bartoli) nel 1951 e, munita di timbro dell'Ufficio del Sindaco, passata a un giornale (probabilmente "Le Ultime Notizie") perchè fosse pubblicata.
Non parlo lo spagnolo, ma la lettera è di facile traduzione: chi scrive ha letto su un giornale uscito in Spagna che a Trieste ci sono molte più donne che uomini (cinque donne per ogni uomo) e chiede al Sindaco di intercedere per lui presso le ragazze belle, ricche e di buona famiglia di Trieste, proponendosi come fidanzato "povero, ma bello".
Colpisce la gentilezza del Sindaco (probabilmente molto divertito) che ha provveduto ad aiutare chi gli ha scritto permettendo la massima diffusione della lettera.
Purtroppo non ho modo di sapere come sia andata a finire... ma visto che las chicas ricas, guapas y de la mejor sociedad de Trieste sono spesso anche mucho stronzas, suppongo che non sia successo nulla.
Non parlo lo spagnolo, ma la lettera è di facile traduzione: chi scrive ha letto su un giornale uscito in Spagna che a Trieste ci sono molte più donne che uomini (cinque donne per ogni uomo) e chiede al Sindaco di intercedere per lui presso le ragazze belle, ricche e di buona famiglia di Trieste, proponendosi come fidanzato "povero, ma bello".
Colpisce la gentilezza del Sindaco (probabilmente molto divertito) che ha provveduto ad aiutare chi gli ha scritto permettendo la massima diffusione della lettera.
Purtroppo non ho modo di sapere come sia andata a finire... ma visto che las chicas ricas, guapas y de la mejor sociedad de Trieste sono spesso anche mucho stronzas, suppongo che non sia successo nulla.
martedì 1 luglio 2014
Tiberio Mitri
Tutto quello che so di questa foto è che ritrae Tiberio Mitri (fin là ci arrivo anche io) e che sul retro c'è un timbro che dice "Publifoto, Foto-notizie per la Stampa. Via Milano 70, Roma".
Fasci d'Azione Rivoluzionaria (F.A.R.) elezioni del 1952 (con qualche dubbio)
Due volantini dei F.A.R. (Fasci d'Azione Rivoluzionaria) di Trieste (???) per le elezioni del maggio 1952.
Sono quasi certa che si tratti di uno scherzo fatto da mio padre e dai suoi amici a qualcuno (ho trovato molti falsi e burle nella mia ricerca)... visto che i F.A.R. dovrebbero aver smesso di esistere nel 1951.
Sono quasi certa che si tratti di uno scherzo fatto da mio padre e dai suoi amici a qualcuno (ho trovato molti falsi e burle nella mia ricerca)... visto che i F.A.R. dovrebbero aver smesso di esistere nel 1951.
Tessera Stampa per il Q.G. del Governo Militare Alleato.
Tessera per la Stampa (bilingue) che permette l'accesso al Quartier Generale del Governo Militare Alleato.
Non ha date nè timbri, ma penso sia di subito dopo la fine della Guerra.
Non ha date nè timbri, ma penso sia di subito dopo la fine della Guerra.
lunedì 30 giugno 2014
L'Imperatore e la bambina
Cartolina non viaggiata che ritrae Francesco Giuseppe mentre riceve un mazzo di fiori da una bambina.
La didascalia, che non è difficile tradurre anche senza sapere il tedesco, dice "La piccola che fa gli auguri".
La didascalia, che non è difficile tradurre anche senza sapere il tedesco, dice "La piccola che fa gli auguri".
1948: Certificato Comune di Trieste per Viaggi in Italia
Certificato di cittadinanza in inglese e italiano, datato 1948 rilasciato dal Comune di Trieste per viaggi in Italia.
Sul retro c'è anche una bella marca da bollo del Comune di Trieste di Lire 15 per "diritti d'urgenza".
Sul retro c'è anche una bella marca da bollo del Comune di Trieste di Lire 15 per "diritti d'urgenza".
"L'Ora della Verità" Jean Delannoy, 1952
Cartolina pubblicitaria del film "L'Ora della Verità", 1952 con la regia di Jean Delannoy e un cast di tutto rispetto.
La foto ritrae Walter Chiari in un ruolo romantico assieme a Michèle Morgan.
Il film è molto serio, parla di amore e di morte, di crisi di coppia e di suicidio e ha, come si può vedere, un cast di tutto rispetto.
La notizia curiosa è che si tratta di una co-produzione italo-francese e il personaggio di Chiari nella versione presentata in Francia è interpretato da Daniel Gelin, mentre Chiari appare solo nella versione italiana.
Come Walter Chiari sia capitato in mezzo a tutto ciò non si sa.
La foto ritrae Walter Chiari in un ruolo romantico assieme a Michèle Morgan.
Il film è molto serio, parla di amore e di morte, di crisi di coppia e di suicidio e ha, come si può vedere, un cast di tutto rispetto.
La notizia curiosa è che si tratta di una co-produzione italo-francese e il personaggio di Chiari nella versione presentata in Francia è interpretato da Daniel Gelin, mentre Chiari appare solo nella versione italiana.
Come Walter Chiari sia capitato in mezzo a tutto ciò non si sa.
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La salma di Nazario Sauro, Pola 1947
Assieme a migliaia di esuli, anche la salma del capodistriano Nazario Sauro, eroe irredentista della Prima Guerra mondiale, impiccato dagli Austriaci e ricordato a Trieste con un monumento sulla Riva che porta il suo nome, lascerà Pola nel 1947.
Verrà imbarcata sulla motonave "Toscana" alla volta di Venezia.
Ho trovato, assieme ad altre tre foto che riguardano l'esodo, questa piccola foto formato cartolina che dev'essere stata pubblicata su un giornale (suppongo "La Voce Libera") perchè porta sul retro le istruzioni per l'articolo ("Clichè, 2 colonne") e la didascalia che dice "Pola, 1/2 1947 Salma di Nazario Sauro riesumata viene trasportata dai partigiani italiani nella sede dell' A.P.I. di Pola dove è stata apprestata una camera ardente".
La foto, scattata probabilmente da una finestra, è commovente nella sua dimessa semplicità.
Verrà imbarcata sulla motonave "Toscana" alla volta di Venezia.
Ho trovato, assieme ad altre tre foto che riguardano l'esodo, questa piccola foto formato cartolina che dev'essere stata pubblicata su un giornale (suppongo "La Voce Libera") perchè porta sul retro le istruzioni per l'articolo ("Clichè, 2 colonne") e la didascalia che dice "Pola, 1/2 1947 Salma di Nazario Sauro riesumata viene trasportata dai partigiani italiani nella sede dell' A.P.I. di Pola dove è stata apprestata una camera ardente".
La foto, scattata probabilmente da una finestra, è commovente nella sua dimessa semplicità.
domenica 29 giugno 2014
Civico Monte di Pietà (Regolamento 1884)
"Statuto e Regolamento del Civico Monte di Pietà in Trieste".
Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin, 1884.
Ovviamente l'opuscolo non ha illustrazioni o pagine particolari, pubblico perciò, tra le trenta in totale, Pagina 2 dello Statuto, dove, al paragrafo 10, c'è la lista degli oggetti che non vengono accettati in pegno.
Notare l'uso di "viglietto" per "biglietto".
Stabilimento Artistico Tipografico G. Caprin, 1884.
Ovviamente l'opuscolo non ha illustrazioni o pagine particolari, pubblico perciò, tra le trenta in totale, Pagina 2 dello Statuto, dove, al paragrafo 10, c'è la lista degli oggetti che non vengono accettati in pegno.
Notare l'uso di "viglietto" per "biglietto".
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mercoledì 25 giugno 2014
La "Arrigoni", Trieste, 1942
La "Arrigoni" fu una di quelle ditte che fecero parte a lungo della storia di Trieste, lasciò un palazzo che tuttora porta il suo nome e fallì, credo, nei primissimi Anni Sessanta.
Me lo ricordo perchè mio nonno materno (classe 1902), che vi aveva lavorato molti anni, prima di andare in pensione si occupò della chiusura della sede di Trieste andando spesso in treno a Lendinara (Rovigo), luogo che a me bambina pareva mitico e lontanissimo.
Ma questo documento è del 1942 e mancavano ancora molti anni alla fine della "Arrigoni" di Trieste.
Pubblico per far vedere la carta intestata, a titolo di curiosità.
Il testo non importa a chi non è della famiglia: si tratta della comunicazione di una promozione con relativo aumento di stipendio a mio nonno.
Me lo ricordo perchè mio nonno materno (classe 1902), che vi aveva lavorato molti anni, prima di andare in pensione si occupò della chiusura della sede di Trieste andando spesso in treno a Lendinara (Rovigo), luogo che a me bambina pareva mitico e lontanissimo.
Ma questo documento è del 1942 e mancavano ancora molti anni alla fine della "Arrigoni" di Trieste.
Pubblico per far vedere la carta intestata, a titolo di curiosità.
Il testo non importa a chi non è della famiglia: si tratta della comunicazione di una promozione con relativo aumento di stipendio a mio nonno.
Vecchio signore ebreo
Presa dall'entusiasmo per aver ritrovato materiale sul ramo materno della famiglia, ho un po' trascurato quello paterno, di recente.
Rimedio con questa foto di sontuoso vecchio ebreo che ritengo possa essere il nonno materno di mia nonna.
Non so nulla di lui, come si chiamasse (di nome) e cosa facesse... dalla foto sembrerebbe, tanto per cambiare, un agiato borghese.
So che la famiglia della madre di mia nonna era considerata una buona famiglia, ma ne so poco.
Il signore dev'esser morto prima della nascita di mio padre (1924) perchè gli ho sempre sentito ricordare la bisnonna, ma mai il bisnonno.
Interessante l'usanza di farsi fotografare in interno con il cappello in testa che, a quanto ho potuto vedere, era alquanto diffusa.
Rimedio con questa foto di sontuoso vecchio ebreo che ritengo possa essere il nonno materno di mia nonna.
Non so nulla di lui, come si chiamasse (di nome) e cosa facesse... dalla foto sembrerebbe, tanto per cambiare, un agiato borghese.
So che la famiglia della madre di mia nonna era considerata una buona famiglia, ma ne so poco.
Il signore dev'esser morto prima della nascita di mio padre (1924) perchè gli ho sempre sentito ricordare la bisnonna, ma mai il bisnonno.
Interessante l'usanza di farsi fotografare in interno con il cappello in testa che, a quanto ho potuto vedere, era alquanto diffusa.
Bimba molto seria
Su chi sia questa bambina molto seria non mi resta tirare a indovinare dagli scarsi indizi a mia disposizione.
So solo che la foto è posteriore al 1894 perchè quella è la data che "Sebastianutti & Benque" hanno stampato sul retro e so di averla trovata in un pacco di foto che erano di mio nonno materno.
Quindi credo sia una della sue sorelle, probabilmente quella nata nel 1897 per la somiglianza con i vaghissimi ricordi e con le foto che ho di lei.
So solo che la foto è posteriore al 1894 perchè quella è la data che "Sebastianutti & Benque" hanno stampato sul retro e so di averla trovata in un pacco di foto che erano di mio nonno materno.
Quindi credo sia una della sue sorelle, probabilmente quella nata nel 1897 per la somiglianza con i vaghissimi ricordi e con le foto che ho di lei.
Novembre 1918: Trieste saluta "i italiani"
Di queste cartoline ce ne debbono (o ce ne dovevano) essere a migliaia a Trieste... penso che ognuno che sia stato al mondo in quel momento ne abbia avuta qualcuna, poi messa in un cassetto.
Mi ricordo che quando andavo alle elementari ci chiesero di portare le cartoline e le foto di quel giorno che avevamo a casa e ne arrivarono moltissime... ma, certo, negli ultimi decenni molte saranno sparite o si saranno rovinate.
Io ne trovo, ogni tanto, in mucchi diversi, di provenienza diversa... tanto che non mi ricordo nemmeno se ne ho già pubblicate di analoghe.
Queste tre sono saltate fuori di recente e sono ovviamente simili a tutte le altre.
Mi piace in particolare quella in cui si vede la gente sul tetto del Palazzo della Prefettura.
Mi ricordo che quando andavo alle elementari ci chiesero di portare le cartoline e le foto di quel giorno che avevamo a casa e ne arrivarono moltissime... ma, certo, negli ultimi decenni molte saranno sparite o si saranno rovinate.
Io ne trovo, ogni tanto, in mucchi diversi, di provenienza diversa... tanto che non mi ricordo nemmeno se ne ho già pubblicate di analoghe.
Queste tre sono saltate fuori di recente e sono ovviamente simili a tutte le altre.
Mi piace in particolare quella in cui si vede la gente sul tetto del Palazzo della Prefettura.
martedì 24 giugno 2014
Cinquantenario del Teatro Rossetti (Mario Nordio, 1928)
"Il Politeama Rossetti di Trieste, Storia di cinquant'anni, 1878-1928"
Libro edito in occasione del cinquantenario del Teatro Politeama Rossetti e scritto da Mario Nordio.
Racconta la storia dei primi cinquant'anni del Politeama Rossetti che in molti casi si fonde e si confonde con la storia di Trieste e dei triestini.
Le illustrazioni sono poche e le ho riportate quasi tutte (come sempre, cliccando sull'immagine la si può vedere ingrandita).
La scannerizzazione non è sempre stata facile perchè il libro è rilegato con costa quadrata e fermato con uno spago, quindi non semplice da aprire del tutto senza peggiorare ulteriormente le sue già non buone condizioni.
A chi, tra i miei lettori, fosse tentato di fare commenti sarcastici, ricordo che l'unico rimedio che egli possa trovare è munirsi di macchina del tempo e andare a dire a Mario Nordio di scrivere altre cose o alla Storia di andare diversamente.
Io, come sempre, riporto fedelmente quanto ho trovato e nulla più.
Libro edito in occasione del cinquantenario del Teatro Politeama Rossetti e scritto da Mario Nordio.
Racconta la storia dei primi cinquant'anni del Politeama Rossetti che in molti casi si fonde e si confonde con la storia di Trieste e dei triestini.
Le illustrazioni sono poche e le ho riportate quasi tutte (come sempre, cliccando sull'immagine la si può vedere ingrandita).
La scannerizzazione non è sempre stata facile perchè il libro è rilegato con costa quadrata e fermato con uno spago, quindi non semplice da aprire del tutto senza peggiorare ulteriormente le sue già non buone condizioni.
A chi, tra i miei lettori, fosse tentato di fare commenti sarcastici, ricordo che l'unico rimedio che egli possa trovare è munirsi di macchina del tempo e andare a dire a Mario Nordio di scrivere altre cose o alla Storia di andare diversamente.
Io, come sempre, riporto fedelmente quanto ho trovato e nulla più.
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