lunedì 29 febbraio 2016

La Cassaforte (primi del Novecento?)

Tra i ninnoli enormi il più pesante è di sicuro questa vecchia cassaforte, risalente probabilmente ai primi anni del Novecento, di cui siamo rimasti prigionieri.
Visto che non abbiamo cose di valore in casa e che qualsiasi scassinatore la aprirebbe oggi in tre secondi netti, la teniamo aperta e la usiamo come armadietto.
Non è a combinazione, ma ha due serrature con chiavi diverse e una terza chiave apre uno scaffaletto con sportellino che è all'interno.
Ne siamo rimasti prigionieri nel senso che negli anni Trenta venne dalla Brianza, da una villa che aveva uno zio di mia nonna.
Quando lui morì, vendettero la casa e la cassaforte seguì la vedova a Trieste.
Ripeto: venne dalla Brianza negli Anni Trenta senza problemi e senza problemi salì le scale, entrò in casa e si fermò nell'angolo più lontano.
E prima ancora, all'inizio del secolo scorso, viaggiò dalla fabbrica milanese alla Brianza e fu collocata nella villa.
Quando dovemmo sgomberare l'appartamento, cominciarono i drammi: nessuno era in grado di far spostare di poche stanze la cassaforte, finchè lo fece a carissimo prezzo una ditta di traslochi munita di macchinario apposito.
Sai i macchinari che avevano negli anni Trenta... forti braccia e buona volontà, immagino.
Non sempre il progresso porta vantaggi.
In ogni caso ora sta là, incassata in una libreria nel suo spazio ricavato apposta.
Da quando io la ricordo, era dipinta di color crema, poi avrebbe dovuto essere ridipinta nel classico color "verde cassaforte", ma il serbo che fece il lavoro aveva le idee confuse e ora ha questo tremendo color verde brillante.
Peccato perchè in origine doveva essere del bel colore radica di legno che si vede ancora all'interno dov'è tuttora incollato il marchio della fabbrica.
Il mobiletto sotto è di legno, anche se pare di metallo anche lui.
Quando venderemo la casa, la cassaforte è compresa.



domenica 28 febbraio 2016

Bus numero 17 (Anni 60?)

Perchè mai qualcuno abbia fotografato, presumibilmente attorno al 1960, il bus numero 17 in una zona dove nessuno di noi usava andare con un mezzo pubblico (lo sfondo è quello della zona alta della linea) rimane un mistero.
Vedo qualcosa sul tetto del bus... potrebbe forse essere un filobus e la foto riferirsi alle ultime corse prima della messa in disuso della linea elettrica?
O la linea 17 fu inaugurata in quel periodo e qualcuno fece una gita?
Vai a sapere, non sono un'esperta di niente figuriamoci di autobus.
In ogni caso, fa sempre piacere vedere un bus con le porte di legno e le tendine.

Foglio di Congedo Illimitato (1961)

L'Italia Industriale e Agricola del 1961 rilascia attraverso il Comune di Trieste il Foglio di Congedo Illimitato a mio padre.
Bella grafica pomposa.
Querce, olivi, palle, elmi turriti, buoi e ciminiere.
(Spero che si vedano combaciare le due parti, perchè il blog fa strane scelte, a volte)

                     

sabato 27 febbraio 2016

L'Orso Teddy (1932 circa)

Questo è l'orsacchiotto "Teddy" di mia madre, acquistato probabilmente attorno al 1932.
Ha superato gli anni in buono stato, perdendo solo un po' di pelo, nonostante le aspre battaglie con due generazioni di bambini.
Chi non ne ha avuto uno?

venerdì 26 febbraio 2016

Inaugurazione Cinema Fenice, 1954

Foto del pubblico presente all'inaugurazione del Cinema Fenice nel 1954.
Il "Fenice", già "Teatro Fenice" e prima ancora "Teatro Mauroner" fu trasformato in cinema in quell'anno.
In primo piano il "muretto" sul quale tutti, per molti anni, abbiamo appoggiato i piedi guardando lo schermo.
Signore con cappellini e velette.
In seconda fila, i miei genitori con amici.

Piazza Tommaseo, 1942

Piccola foto che ritrae mia madre undicenne in Piazza Tommaseo nell'estate del 1942.

giovedì 25 febbraio 2016

Spilla Francesco Giuseppe

Microscopica spillina, da mettere all'occhiello o forse sulla cravatta, che rappresenta il profilo di Francesco Giuseppe.

Cocktail Americano (Anni 50)

Servizio da cocktail americano con gli elefantini rosa (che, nei paesi anglosassoni, si vedono quando si è ubriachi).
Regalo di nozze (1953), credo mai usato.
Shaker e sei bicchierini.
Sarebbe stato meglio fotografarlo su sfondo scuro, ma tant'è.

mercoledì 24 febbraio 2016

Scatola portaguanti Liberty

Scatola portaguanti da viaggio, probabilmente di inizio Novecento.
Non è di legno: è rivestita di cuoio ed è in ottimo stato.
Probabilmente è stata messa sul fondo di un armadio nel 1930 e là è rimasta.
Bella decorazione Liberty in metallo applicata sul coperchio, non ho osato pulirla perchè temevo di far danni.
All'interno, rivestito in seta, è miracolosamente rimasta la molletta per allargare i guanti, in osso.
Manca la chiave.
(cliccare sulla foto per ingrandire)


martedì 23 febbraio 2016

...E si chiamava Pik Badaluk

Dal 1922, anno della prima pubblicazione, a circa il 1940 i bambini sono cresciuti leggendo "La storia di Pik Badaluk" (testo e disegni di Grete Meuche), che poi è stato ristampato a partire dal 1974.
Questo librino, in condizioni pessime e malissimo rabberciato, deve risalire alla fine degli Anni Venti perchè mio padre, nato nel 1924, raccontava di aver imparato a leggere con Pik Badaluk prima di andare a scuola.
"Questa è la storia di un piccolo moro. E si chiamava Pik Badaluk"... è l'inizio della breve storia di un negretto che disobbedisce alla mamma, va nel bosco, incontra un leone, si salva su un albero dall'alto del quale prende in giro la belva ("...ed al re della foresta sputa i semi sulla testa"), quindi viene salvato dalla tribù, guidata dal papà, che uccide il leone e riporta Pik Badaluk dalla mamma che piangeva "Aì Aò il leone se lo mangiò".
Il libretto faceva parte dei ricordi sia di mio padre sia di mia madre e veniva citato spesso in famiglia.
Come penso sia successo in migliaia di famiglie.
Tanto per dire, un mio vestito a scacchi bianchi e azzurri veniva definito "Mamma di Pik Badaluk" ancora pochi anni fa.
Oggi verrebbe considerato politicamente scorretto e gli animalisti lo darebbero alle fiamme.
Il libro si trova scannerizzato in diversi siti dove le immagini sono migliori, ma io ho voluto prenderle da quello che avevo in casa.








lunedì 22 febbraio 2016

Il Treno di Latta

Mi sono accorta di non aver mai parlato del trenino di latta che appare in alto di questo blog.
Provvedo: trenino di latta, marca GBN (Berlino), probabilmente degli anni Dieci del Novecento.
Il bimbo che ci giocava era nato nei primi anni del Novecento, di qui l'ipotesi.
Locomotiva, tender, due vagoni passaggeri, un vagone merci.
Tutto quanto è lungo circa un metro e dieci centimetri.
Funzionante, con chiave ancora originale.
Purtroppo abbiamo trovato pochissime rotaie.
Mio padre con alcune rotaie dritte fece costruire apposta il mobiletto con respingenti che adesso sostiene il trenino.
Bellissimo.








sabato 20 febbraio 2016

Haka Autoknips Mod.I

Anche quando ho trovato questa minuscola scatolina ho fatto un po' di fatica a identificare l'uso dell'apparecchietto che conteneva.
Insomma: l' Haka Autoknips Mod. I (esiste anche un  Mod.II, più elaborato) serviva per scattare foto con l'autoscatto.
Si collegava mediante un cavetto (che non ho più) alla macchina fotografica (che non ho o che non è ancora saltata fuori) e si faceva partire il tempo.
Immagino risalga agli Anni Cinquanta perchè io non mi ricordo di averlo mai visto usare.

venerdì 19 febbraio 2016

"Jambes de Cinéma", rivista osè, 1930

"Jambes de Cinéma" rivista osé francese, datata 1° Settembre 1930
Da quanto ho trovato, la serie completa dovrebbe essere di quattro numeri, sempre con "Jambes..." nel titolo, usciti tra la fine del 1930 e la primavera del 1931, con cadenza bimestrale.
Purtroppo io ho trovato solo due numeri, questo e un altro ("Jambes... et dentelles") che pubblicherò in seguito.
 La rivista, in bella carta spessa, ha sedici pagine più la copertina.
Francamente, varrebbe la pena di scannerizzarla tutta, ma mi son limitata a dieci tra le foto più significative.
Tra le ragazze fotografate, qualcuna ha poi fatto una bella carriera (Joan Crawford, Janet Gaynor), la maggior parte è scomparsa nel nulla o è morta giovane (Thelma Todd).
(qualche foto è un po' storta perchè ho preferito non forzare la rivista nello scanner)











giovedì 18 febbraio 2016

Saluti dal T.L.T. (quello vero)

Tre piccole foto databili o alla fine del 1953 o nei primi mesi del 1954.
Sono le prime foto a colori che appaiano su un album di famiglia e ritraggono mia madre da sola e con amici, nei dintorni di casa.
Interessanti gli sfondi.
La prima foto è scattata in via Cicerone e si vede bene la targa rossa sull'automobile (che ha la guida a destra).
Nella seconda, via Fabio Severo, si vedono una pompa di benzina dell'epoca e il muro spoglio di via Romagna.
Dove sia stata scattata la terza non riesco a capirlo.
Strada cittadina con un chiosco pubblicitario dove sono affissi un manifesto indipendentista, un manifesto in sloveno e la réclame dei "Buoni del Tesoro", dietro passano una "Topolino" e due signori incappottati.

Signora pingue e ignota

Questa non è una foto di famiglia, fa parte di un pacco di vecchie foto giunte da altri luoghi.
Signora di una certa età, alquanto elegante.
Potrebbe essere la moglie del pittore triestino Giuseppe Garzolini, ma lo dico solo perchè ha una piccola spilla che riproduce una tavolozza da pittore.
Dalla foggia elaborata dell'abito, direi che siamo attorno al 1880, ma posso sbagliare.
La foto non porta date o altro, solo il marchio "Foto Abeni, Milano, Galleria Vittorio Emanuele".


mercoledì 17 febbraio 2016

Donnine Nude! (Più o meno) (12)

Tra le cartoline con le donnine questa è una delle più audaci.
Probabilmente degli Anni Venti, faceva parte di una serie come indica il numerino in basso a sinistra.
Se mai qualcuno l'ha guardata, interessante anche la lira in primo piano.

Lussingrande, Pension Villa Punta

Cartolina non viaggiata e quindi non databile con precisione che rappresenta la "Pension Villa Punta" di Lussingrande.
Posso ipotizzare che risalga attorno agli Anni venti.

martedì 16 febbraio 2016

Curva Università, 1948

Piccola foto di mia madre nel 1948.
Sullo sfondo la "Curva dell'Università" con i fili del bus e delle sterpaglie con un muretto a secco dove adesso ci sono i parcheggi e le aiole.

lunedì 15 febbraio 2016

Teatro Excelsior e pubblicità, 1926

Opuscolo di quattordici pagine inviato dal Teatro Excelsior nel dicembre 1926 a ottomila famiglie triestine per pubblicizzare lo spettacolo "Beatrice Cenci" e ospitare inserzioni pubblicitarie di commercianti, ditte e scuole triestine.
L'opuscolo non è in ottime condizioni perchè è piegato al centro, probabilmente spedito così o messo in tasca dopo ricevuto.
Pubblicherei tutto perchè questo tipo di cose mi piace molto, ma mi limiterò a sei facciate.