martedì 23 febbraio 2016

...E si chiamava Pik Badaluk

Dal 1922, anno della prima pubblicazione, a circa il 1940 i bambini sono cresciuti leggendo "La storia di Pik Badaluk" (testo e disegni di Grete Meuche), che poi è stato ristampato a partire dal 1974.
Questo librino, in condizioni pessime e malissimo rabberciato, deve risalire alla fine degli Anni Venti perchè mio padre, nato nel 1924, raccontava di aver imparato a leggere con Pik Badaluk prima di andare a scuola.
"Questa è la storia di un piccolo moro. E si chiamava Pik Badaluk"... è l'inizio della breve storia di un negretto che disobbedisce alla mamma, va nel bosco, incontra un leone, si salva su un albero dall'alto del quale prende in giro la belva ("...ed al re della foresta sputa i semi sulla testa"), quindi viene salvato dalla tribù, guidata dal papà, che uccide il leone e riporta Pik Badaluk dalla mamma che piangeva "Aì Aò il leone se lo mangiò".
Il libretto faceva parte dei ricordi sia di mio padre sia di mia madre e veniva citato spesso in famiglia.
Come penso sia successo in migliaia di famiglie.
Tanto per dire, un mio vestito a scacchi bianchi e azzurri veniva definito "Mamma di Pik Badaluk" ancora pochi anni fa.
Oggi verrebbe considerato politicamente scorretto e gli animalisti lo darebbero alle fiamme.
Il libro si trova scannerizzato in diversi siti dove le immagini sono migliori, ma io ho voluto prenderle da quello che avevo in casa.








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